3 Domande a Michele Cammareri, operatore GIS Iride

L'arch. Michele Cammareri, lavora come operatore GIS per la BU Energia

L’architetto Michele Cammareri lavora in Iride da circa due anni come operatore GIS - Geographic Information System. Esperto e appassionato del software, segue gli aspetti di gestione territoriale dei progetti, con particolare riferimento agli ambiti paesaggistici e percettivi. Lavora per la BU Energia ed è proiettato verso la gestione dei progetti, proprio per le sue competenze specialistiche.

Qual è il plus di lavorare in una società come l'Istituto Iride?

Ci sono molteplici vantaggi nel lavorare in una realtà come Iride; tuttavia, uno di quelli che apprezzo di più e che mi spinge a lavorare spesso in ufficio e non solo da remoto, è la presenza di un team giovane. La possibilità di crescere insieme rende l’ambiente stimolante e collaborativo. Possiamo usufruire di una struttura che, anche grazie ai responsabili, ci indirizza e ci permette di condividere le conoscenze in modo interdisciplinare. Questa collaborazione è tangibile nel nostro ambiente di lavoro, non solo nella stanza in cui opero con i miei colleghi, ma in tutto l'ufficio, coinvolgendo anche i responsabili e i vari project manager. Questo è un plus notevole rispetto ad altri ambienti con strutture più rigide: il flusso di lavoro è più diretto e subisce meno rallentamenti.

Quanto è importante il GIS per la progettazione di infrastrutture energetiche?

Per comprenderne l’impatto, dobbiamo partire dall’importanza del GIS nell’ambito della progettazione e del monitoraggio delle infrastrutture, della valutazione ambientale e dello studio del territorio. Questo programma consente di avere un controllo maggiore del dato e di renderlo più performativo rispetto a un normale software CAD o di grafica. Il GIS consente inoltre elaborazioni complesse che altrimenti sarebbero molto più farraginose o addirittura non realizzabili.          
Nel mio settore, quello delle infrastrutture energetiche, specialmente dopo l’avvento del PNRR, l’uso dei sistemi informativi territoriali è indispensabile per l’analisi paesaggistica di intervisibilità, utilizzata per valutare la visibilità reciproca tra due o più punti all'interno di un territorio. Questa analisi è fondamentale in ambito eolico, dove conta molto l’impatto sul paesaggio, ma anche - soprattutto per alcune regioni come la Puglia - in ambito fotovoltaico, laddove il calcolo della visibilità e dell’intervisibilità è utile per la combinazione fra opere in progetto e opere già esistenti o per quelle in corso di autorizzazione già presentate al MASE. L'analisi di intervisibilità contribuisce dunque a migliorare la gestione del paesaggio, consentendo di individuare e valutare l’impatto visivo di una nuova infrastruttura nelle aree a maggior rischio paesaggistico, in conformità con i vincoli e le zone di rilevante interesse culturale.

Un progetto che ha seguito e di cui va particolarmente fiero?

Al momento non ce n’è uno in particolare. Certamente ci sono stati progetti che mi hanno impegnato a fondo in termini di tempo e ricerca: ognuno di questi ha contribuito a insegnarmi qualcosa o a condividerne un’altra con i membri del gruppo.        
In prospettiva futura, un progetto che mi affascina molto è quello del Data Center “Data4”, presso il comune di Settimo Milanese e, in parte ridotta, quello di Cornaredo. Già da adesso, lavorare all’interno di un contesto “nuovo” sia in ambito nazionale che europeo (per cui non vi è ancora una normativa specifica ma soltanto delle linee guida pubblicate dal MASE nell’agosto 2024) risulta essere molto stimolante e, contemporaneamente, dimostra quanto Iride sia costantemente aggiornata e impegnata in nuove sfide.