5 Domande a Giacomo Pettinelli, Responsabile BU Monitoraggio Iride

L'ing. Giacomo Pettinelli coordina la Business Unit Monitoraggio dell'Istituto Iride

Di cosa si occupa in qualità di responsabile della Business Unit?

La Business Unit Monitoraggio nasce all’incirca un anno fa, come punto finale (o iniziale per un certo verso) di un percorso intrapreso ben più indietro, sulla spinta di una sempre crescente richiesta da parte dei committenti pubblici e privati. Si occupa non solo, come suggerisce il nome, della gestione e attuazione di Piani di Monitoraggio, ma anche della Gestione Ambientale dei cantieri di grandi opere attraverso una continua attività di consulenza, volta alla verifica l’analisi e il controllo in situ, alle imprese appaltatrici.

In qualità di responsabile della BU, per la parte di gestione dei Piani di Monitoraggio Ambientale (PMA), mi occupo di tutto il processo che accompagna i diversi progetti: dall’analisi dei Piani con relativa predisposizione delle offerte al cliente, alla composizione del gruppo di lavoro per lo specifico progetto, alle comunicazioni con il committente e con gli enti di controllo (Mase, Arpa, Regione, Provincia ecc.) fino ad arrivare alla verifica delle risultanze dei monitoraggi e al controllo della documentazione prodotta. Inoltre, mi occupo del coordinamento di tutta la logistica correlata ai rilievi, quali l’organizzazione delle trasferte e la verifica, acquisto e manutenzione della strumentazione necessaria per lo svolgimento delle attività in campo.

Per la parte di gestione ambientale dei cantieri, invece, mi occupo essenzialmente del coordinamento delle risorse impiegate per la redazione dei Piani di Gestione Ambientale di cantiere e della loro esecuzione. Nello specifico verifico e controllo la documentazione prodotta (verbali di controllo, risoluzione di eventuali non conformità, rapporti trimestrale ecc.) e gestisco le risorse sul campo che si occupano dei sopralluoghi in cantiere e con i quali sono in contatto giornalmente per la risoluzione di eventuali criticità emerse durante i sopralluoghi. In ultimo, ma sicuramente è uno degli aspetti più importanti delle attività, ho una continua interlocuzione con gli enti di controllo (stazione appaltante, Arpa ecc.) e con l’impresa finalizzata ad adempiere a tutti gli aspetti atti a salvaguardare l’ambiente durante tutto il periodo di costruzione dell’opera.

 

La BU Monitoraggi è certamente la più trasversale dell’Istituto: lavorate in collaborazione con le altre BU?

Tra le varie attività che la BU monitoraggio esegue ci sono tutti i monitoraggi ambientali propedeutici allo sviluppo degli studi ambientali. In tal senso possiamo dire che il primo cliente della BU monitoraggi sono le altre strutture dell’Istituto Iride. Iride, infatti, ha da sempre eseguito monitoraggi ambientali con la finalità che portiamo tutt’ora avanti insieme alle altre BU. Per esempio a oggi collaboriamo in maniera costante con la BU Energia per misure fonometriche legate all’esercizio di impianti eolici, con la BU ferrovie attraverso misure fonometriche e vibrazionali per la caratterizzazione delle sorgenti ferroviarie, con la BU strade e aeroporti per la quale eseguiamo misure fonometriche e vibrazionali, rilievi per la matrice biodiversità e report fotografici per la realizzazione di foto inserimenti. Di fatto, dal punto di vista metodologico, il monitoraggio propedeutico alla progettazione è il primo elemento legato al monitoraggio ambientale, ancor prima della redazione ed esecuzione dei PMA.

 

Può esistere un’infrastruttura sostenibile senza monitoraggio ambientale?

Il monitoraggio ambientale per un'infrastruttura sostenibile è fondamentale per diverse ragioni.

In primis, per garantire che un'infrastruttura sia sostenibile, è necessario valutare e comprendere gli impatti ambientali in tutte le sue fasi (Progettazione e Ante Operam, Corso d’opera e Post Operam). Questo include l'analisi dei potenziali impatti sulle matrici ambientali maggiormente sollecitate per lo specifico progetto (qualità dell'aria, ambiente idrico, suolo, biodiversità, rumore ecc.).

Il monitoraggio ambientale consente, in fase di progettazione, di avere un quadro esaustivo rispetto alle condizioni ambientali al momento della progettazione e permettere quindi di identificare eventuali problematiche e di adottare misure di miglioramento e mitigazione del progetto. Nella fase successiva permette di valutare l’effettiva correttezza delle stime effettuate in fase di progettazione durante la fase di cantiere e nella fase di esercizio dell’opera. Se non si tiene traccia delle condizioni ambientali, risulta infatti difficile sapere se le pratiche implementate sono effettivamente sostenibili ed efficaci. Proprio per tale ragione il monitoraggio ambientale viene effettuato in tre distinte fasi: nella fase di Ante Operam per la definizione del “bianco” ambientale, ossia avere contezza dello stato dei luoghi prima della realizzazione e dell’esercizio dell’opera e poter così avere un termine di riferimento per il controllo e verifica delle condizioni ambientali nelle due fasi successive di Corso e Post Operam.

Inoltre, il monitoraggio ambientale promuove la trasparenza, consentendo alle comunità e agli stakeholder di essere informati sugli impatti delle infrastrutture e favorendo una maggiore responsabilità da parte delle organizzazioni coinvolte.

In sintesi, il monitoraggio ambientale è essenziale per garantire che le infrastrutture siano effettivamente sostenibili, contribuendo anche alla rendicontazione e per poter prendere decisioni informate volte a minimizzare gli impatti negativi sull'ambiente.

La rendicontazione dei parametri di sostenibilità poi, rappresenta un elemento cruciale e diventa uno strumento fondamentale per la valutazione degli obiettivi di sostenibilità fissati in sede di progettazione esecutiva sia per la fase di costruzione dell’opera che nel suo successivo esercizio e per poter pianificare successivi interventi di miglioramento e ottimizzazione del processo.

 

Come integrate le nuove tecnologie e metodologie nel vostro processo di monitoraggio per migliorare l'accuratezza e l'efficienza?

L'integrazione di nuove tecnologie e metodologie nel processo di monitoraggio ambientale può significativamente migliorare sia l'accuratezza che l'efficienza delle attività di sorveglianza ambientale. In qualità di responsabile del BU monitoraggi mantengo un rapporto continuativo con i nostri fornitori alla ricerca di soluzioni innovative. Tali attività non si limitano alle attività connesse alla fase di monitoraggio sul campo ma anche alla fase di post analisi dei dati raccolti.

Sicuramente tecnologie IoT, telerilevamento satellitare, smart monitoring e smart sensing, solo per citarne alcune, sono elementi innovativi che stanno sensibilmente modificando e migliorando l’efficienza del monitoraggio e il trasferimento dei dati. Tale discorso può essere facilmente trasposto anche alla gestione ambientale del cantiere.

Per fare qualche esempio pratico, da circa due anni abbiamo implementato la strumentazione per il monitoraggio con i droni, utilizzati per raccogliere dati da aree difficili da raggiungere; stiamo valutando la possibilità di equipaggiarli con sensori multispettrali e termici per monitorare la salute della vegetazione, l'erosione del suolo o l'inquinamento idrico. Nell’ultimo periodo stiamo invece ponendo l’attenzione sull’applicazione dell’intelligenza artificiale nell’analisi dati, rendendo il processo più efficiente e meno soggetto a errori dovuti a processi ripetitivi. Infine, stiamo per concludere la realizzazione di una nuova piattaforma SIT che consente l’integrazione dei dati ambientali all'interno di sistemi GIS e permette una visualizzazione e analisi spaziale più efficiente.

Integrando queste tecnologie e metodologie, Iride migliorerà notevolmente la qualità e l'efficacia del monitoraggio ambientale, contribuendo a una gestione sostenibile delle risorse naturali e alla protezione dell'ambiente.

 

Un esempio di progetto che avete seguito? 

Tra i progetti in corso posso citare il progetto “Piano Straordinario per l’accessibilità a Cortina 2021 SS 51 “di Alemagna” – attraversamento dell’abitato di Tai e Valle di Cadore” per il quale stiamo seguendo sia il Piano di Monitoraggio Ambientale - nelle componenti rumore, vibrazioni e biodiversità - che la Gestione Ambientale del cantiere. Nello specifico il progetto prevede il Bypass stradale dei due centri abitati Tai e Valle di Cadore attraverso la realizzazione di due gallerie. Per quanto concerne il monitoraggio ambientale ci stiamo occupando direttamente del monitoraggio delle matrici ambientali di biodiversità, rumore e vibrazioni e della gestione dell’intero PMA di corso d’opera. Proprio per questo abbiamo aggiornato il Piano secondo le direttive di Arpa Veneto, aggiorniamo periodicamente il cronoprogramma dei rilievi in base alle attività di cantiere previste, portiamo avanti le interlocuzioni con Arpa Veneto e redigiamo tutta la documentazione necessaria prevista dal Piano stesso.

Per quanto riguarda invece la parte di gestione ambientale del cantiere, eseguiamo sopralluoghi costanti presso tutti i cantieri e forniamo continua assistenza all’impresa nella risoluzione di eventuali criticità riscontrate. Tutte le attività svolte vengono così archiviate in un fascicolo al cui interno è contenuta tutta la documentazione ambientale di cantiere (verbali di sopralluogo, non conformità, fir, documenti di trasporto terre ecc.). Tale fascicolo viene condiviso con la stazione appaltante, cui viene fornito trimestralmente anche un rapporto di gestione ambientale del cantiere.